Florence facts:
what happened at Florence’s courthouse
version 1.40 – for Autodifesa / Self Defense
“Florence’s
prosecutor who tried to investigate,
some time later was
once and for all
ejected from the
order…”
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. Introduction On March 7, 2007 we mail a new statement [see below] including on it the piece of news. The
statement warns that the Perugia’s prosecutor doesn’t want to talk us and he
refuses any meeting. “This comportment prevents the international right of
defense, in fact we cannot defense ourselves because we cannot talk him
directly, we cannot show him evidences and proofs and we cannot check if he
has on his hands all our documents,” we write. This statement is received by
the Florence Court and a prosecutor opens a new legal proceeding. Remark: In Italy the crime report that has on it an accusation against a prosecutor, must be handled by another external Court. The court that investigate another court is called “controllante” controlling court and the charged court is called “controllata” controlled court. For example the Rome’s Court is controlled by the Perugia’s Court, in turn, Perugia Court is controlled by Florence Court and the latter by Genoa’s Court and so on. The order is fixed by law. When the famous Italian politician Giulio Andreotti has been charged with a crime, the proceeding, originally arises into Rome’s Court was moved into Perugia after a Roman prosecutor was found involved too. It’s for the same reason that the proceeding opened on Naples was moved to Perugia, which is the only Court responsible of Rome. The Perugia’s Court controls Rome, The Florence’s Court controls Perugia. We think that this method is absolutely wrong: the controlling court mustn’t be fixed because this method doesn’t prevent the Gladio’s collusion. Gladio can controls a Court and the controlling-Court too. It’s easy on a fixed system like it is running on Italy, more difficult in criminal controlling it would be on a variable controlling system, by random choice. On March, The Florence’s prosecutor asks for
information about the proceeding running on Perugia courthouse, but the
Perugia’s prosecutor shows stolid indifference. On April 17 he newly
communicates to us that he refuses any meeting. On the occasion he spreads
this communication into a large
number of offices, instead to send us directly, as he had done previously.
His action creates the false appearance that we are impossible to find. Later
this false appearance will create into some police stations suspects and
someone will believe we were disappeared. The widespread message goes on the
hand of wrong people who will do all
possible to stop anyone interesting in helping us. Prosecutor’s communication
reaches us only on May 23, a month later. The document comes into light some
information, in particular we discover that our request of protection,
formulated in November 2006, has been sent by prosecutor to the wrong place
resulting in a further damage for us.
We are stunning: the only thing we think is that prosecutor has not
read our writings and he doesn’t understand the gravity of the problem. For
these reasons we ask newly to the Florence’s Court to replace him with a
clever person. We are in the dark about what happened at Florence’s
court. Neither prosecutor nor police forces gave us information about! But
some time later, we read into a national newspapers that our prosecutor was
ejected from the order of prosecutor. We suspected it was a method to close his lips. All continued to stay covered up. In 2008, 2013 and in 2014 we submitted other
material to Florence Court. The original report submitted to Florence Court on 7th
March 2007: (some names are omitted) |
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Oggetto: ipotesi di lesione del diritto fondamentale alla difesa e di mancata
attivazione delle procedure di legge da parte di magistrati della Procura
della Repubblica di Perugia competenti nel giudicare i magistrati romani.
Sottrazione di denunce e/o esposti presso tali procure.
Premesso che all’interno degli uffici della
Procura della Repubblica di Roma, sita in piazzale Clodio, sono stati
sottratti (art 616 c.penale) documenti contenenti segnalazioni, esposti e
denuncie presentati dalla parte scrivente: tale sottrazione ha continuato a ripetersi
per ogni nuovo documento, sia esso presentato tramite lettera raccomandata
sia esso depositato di persona presso l’ufficio “primi atti” di piazzale
Clodio. Per questo ed altri
motivi fummo costretti a presentare denuncia contro la Procura di Roma: tale
denuncia arrivò alla
Procura della Repubblica di Perugia. competente
nel giudicare “Roma” e i magistrati romani. Ma anche in Procura di Perugia
cominciarono a verificarsi fatti simili a quelli accaduti a Roma. Nella prima “fase”, presso la Procura
ordinaria di Roma, furono sottratte e/o smarrite 6(sei) lettere raccomandate
e due esposti depositati a mano, dei quali conserviamo una copia identica
all’originale, timbrata dalla Procura stessa; pervenne solamente un
documento, spedito indicando un mittente diverso dai nostri nominativi. Tale
esposto fu assegnato al PM XXXXX1,
il quale ci confermò per iscritto, tramite fax, la sottrazione e/o
smarrimento di tutti i fascicoli precedenti e successivi. Nel frattempo noi
eravamo finiti a vivere in tenda sulle rive del lago d’Iseo, a causa di tutti
i fatti che erano narrati nei documenti scomparsi. Considerando la buona fede
del magistrato, ed entrati in possesso del numero diretto di fax del
magistrato, tentammo di inviare il materiale mancante, congiuntamente ad
ulteriori elementi per le indagini, tramite lettera raccomandata, anticipata
da un fax diretto a XXXXX1,
con lo scopo di chiedere particolare vigilanza onde evitare una nuova
sparizione. Tuttavia, anche tale raccomandata,
come confermato dallo stesso magistrato per iscritto tramite fax, è stata
sottratta e/o smarrita. In quel periodo ci era impossibile
recarci a Roma, perché eravamo rimasti senza di che vivere e, pur
interessando i carabinieri del luogo, i sindaci, assistenti sociali,
difensore civico…nessuno ci aiutò: purtroppo, chi si era tanto prodigato a
far sparire i documenti in Procura aveva profuso lo stesso impegno nel “farci
terreno bruciato” intorno, di modo che nessuno ci aiutasse. Così l’unico
esposto pervenuto fu archiviato in data 03 Gennaio 2006, senza che il dottor XXXXX1 ed il GIP dott. XXXXX2, seppur avvertiti della
nostra condizione, si preoccupassero di entrare in possesso del materiale non
pervenuto, senza sentire le nostre ragioni, senza darci la possibilità di
presentare altri elementi, prove, memoriali, senza un regolare processo,
senza risolvere il vizio di “smarrimento” in Procura e senza mai averci visti
in faccia. Poiché la sottrazione e/o smarrimento si è ripetuta anche per i
documenti inviati successivamente al contatto con il dottor XXXXXX1, si è reso impossibile
l’esercizio del fondamentale diritto alla difesa, nonché la presentazione di
altri elementi d’indagine. (Il carteggio con la Procura della Repubblica di
Roma è contenuto nel file allegato: di 31(trentauno) pagine “allegati\carteggio_pm_gip.pdf”) Ritenendo che le principali interferenze all’interno
della Procura di Roma provengano dal Presidente di un ramo della federazione
Nazionale Giuoco Calcio sezione XXXXX3 (FIGC), amico di un nostro parente,
presentammo richiesta di intervento presso la Procura della Repubblica di
Napoli, ipotizzando che l’indagine poteva agganciarsi a quella sul giuoco
calcio. Il documento da noi presentato
conteneva ipotesi di reato contro la Procura di Roma, contro il PM XXXXX1 e ilXXXXX2. In particolare con
il tempo emerse una “seconda fase” della vicenda romana: il PM XXXXX1 aveva acquisito il materiale,
dichiarato scomparso dal PM XXXXX4,
che l’aveva ricevuto a sua volta dalla Procura Militare di Roma, da noi
interpellata nel tentativo di ricorrere alla giustizia. Il dottor XXXXX1 aveva inserito il voluminoso
materiale cartaceo di XXXXX4 all’interno dello scarno unico
documento pervenuto, di sole undici pagine, archiviando in un colpo solo
l’unico esposto ricevuto e quanto in esso confluito, pur di non effettuare le
indagini. Il GIP XXXXX2 invece si era reso colpevole di aver
archiviato il procedimento con un decreto di archiviazione, che va contro una
sentenza della cassazione, redigendo un testo zeppo di errori oggettivi e
logici, da invalidare le fondamenta del decreto stesso. Come se non bastasse,
il dottorXXXXX1 dichiarava
che i documenti erano stati sottratti e/o smarriti mentre il GIP XXXXX2 dichiarava che il reato non si era
manifestato, e quindi archiviava. Tornando a Napoli, l’8 settembre 2006,
l’ispettore che presiedeva l’ufficio denunce congiuntamente al PM di turno,
accettarono la denuncia con la massima urgenza, iscrivendola nel RGNR con
numero.39195/06, assegnandola immediatamente al dottor Borrelli Giuseppe,
della D.D.A., invitandoci a parlare subito con il magistrato. La
documentazione fu sigillata, presentata all’ufficio del magistrato dallo
stesso ispettore, che per questioni di sicurezza non la fece transitare per
la cancelleria. In seguito ad un disguido non
riuscimmo ad avere il colloquio nell’immediato pomeriggio. Non essendo il
magistrato raggiungibile tramite telefono, ritornammo a Napoli solamente il
29/9/06, apprendendo che la nostra pratica era stata trasferita a Perugia per
competenza : il dottor Borrelli non aveva minimamente visionato la denuncia,
si era limitato a leggere l’intestazione sul RGNR, ed essendovi iscritto
reato contro Roma, inviò automaticamente alla Procura competente. Rimanemmo fortemente delusi e
preoccupati poiché dal primo incontro era finalmente emersa la gravità della
situazione: finalmente una Procura aveva deciso di indagare seriamente,
chiedendoci, nella persona dell’Ispettore la massima collaborazione: la
Procura di Napoli era intenzionata a procedere e ci era stato assicurato che
in un caso di questo tipo doveva essere interpellato il Procuratore Capo,
perché era troppo pericoloso affidare tutto il peso ad un solo magistrato. Il dottor Borrelli, appresa da noi
l’interferenza della “FIGC”, ci inviò dal PM Filippo Beatrice. Poiché
l’indagine sulla “FIGC” era ormai conclusa, il dottor Beatrice si limitò a
consigliarci di andare subito a Perugia e di chiedere un colloquio urgente. Ci
rassicurò che saremmo stati ricevuti dal magistrato e tutto sarebbe andato
avanti regolarmente a Perugia. A Perugia Il fascicolo fu assegnato al
magistrato PPPPPP1,
il quale ci rifiutò per iscritto qualsiasi colloquio e non ci permise mai di
controllare se il materiale in suo possesso fosse arrivato integro da Napoli. Verso metà Novembre 2006 ci facemmo
più insistenti, anche perché si presentò in Umbria una persona legata alle
nostre famiglie, dalle quali chiedevamo una tutela. Riuscimmo solamente a
parlare telefonicamente con la segreteria del PM PPPPPP1, la quale ci invitava a
presentare un nuovo fax, cosa che facemmo senza ottenere alcuna risposta o
risultato. Non ci fu mai permesso di entrare in Procura per parlare con il
magistrato, nemmeno di entrare a parlare con la segreteria stessa, nonostante
le numerose richieste: ci fu indicato di andare a presentare un esposto dai
carabinieri o polizia. Dalle dichiarazioni fatte dalla segreteria constatammo
che il magistrato mancava di vario materiale contenuto nella denuncia-querela
di Napoli. Fummo costretti a depositare, questa
volta presso la responsabile generale delle cancellerie, dottoressa Ambra
Maria Lavezzari, una seconda volta la denuncia e il CD. Durante la fotocopia
della denuncia emerse un fatto curioso: in cancelleria erano sparite 20
pagine. Così la Lavezzari si occupò di controllare direttamente essa stessa
le fotocopie e protocollò personalmente il nuovo deposito facendosi portare i
timbri dalla cancelleria. Con il nuovo deposito ripetemmo garbatamente la
richiesta di colloquio con il magistrato, con opportune parole dettateci
dalla stessa Lavezzari. A nulla valse anche questo secondo
deposito. Anche altri fax indirizzati alla Procura di Perugia ,che
contenevano dei quesiti importanti furono ignorati e lasciati senza risposta. Nel frattempo ci ritrovammo in strada,
perché in ogni posto dove andavamo arrivava qualcuno che ci metteva i bastoni
fra le ruote. Allora eravamo presso un’istituto di suore che ci davano una
mano. Finimmo presso la Caritas di Città di Castello. Il 19 di dicembre 2006,
su consiglio di un giornalista, ci recammo presso il Comando dei carabinieri
di Città di Castello per parlare con il comandante Antonio Morra. Il Capitano
ci mise a disposizione la sua squadra fidata per riscrivere tutti i fatti
dall’inizio. Ci vollero ben 12 ore consecutive per redigere un verbale che
prese la forma di una denuncia-querela (rif CD:
“allegati/Denuncia19dic06.pdf”) Questa volta lo scritto fu molto
meticoloso e i carabinieri poterono visionare tra le proprie mani gli
originali delle denuncie scomparse, con relative ricevute e avvisi di
ricevimento timbrati dalla Procura. Riportarono vari allegati copiati
dall’originale, e posero sotto sequestro il CD che conteneva altri documenti
importanti. La denuncia querela fu depositata il 21 dicembre 2006 ed assegnata
al PM PACI della Procura della Repubblica di Perugia. Il PM, attraverso i
carabinieri, ci notificò alcuni giorni dopo la convalida del sequestro del CD
(Rif Proc. Nr PPPPPP3 mod 44 del 21.12.06 PM PPPPPP2) Nonostante la gravità di tale denuncia
e la nostra richiesta di colloquio, anche in questo caso alla data di oggi 7
Marzo 2007 non ci è stato possibile parlare con il magistrato e nessuno è
intervenuto anche semplicemente per spiegarci cosa sta succedendo. Nel
frattempo la Caritas di Città di Castello chiuse e ci trovarono posto aVVVVV1.
Qui le forze dell’ordine, visto che legalmente erano stati fatti tutti i
passi possibili, in attesa di notizie per il secondo procedimento aperto a
Perugia, ci inviarono da un giornalista, sperando che la nostra situazione
perlomeno dal punto di vista umano, fosse presa in considerazione
dall’opinione pubblica (rif. Allegato su carta articolo comparso sul Corriere
dell’Umbria del VVVVV2) Vi rimandiamo al verbale contenuto nel
CD redatto il 19.12.06 che riporta in maniera dettagliata i fatti e a tutti
gli allegati presenti nel CD, enumerati in fondo a questo documento.
Chiediamo che gli allegati nel CD siano considerati come parte integrante ed
inscindibile di questo documento. Si chiede a)Che venga
aperta un’indagine da una Procura in grado di garantire i diritti
fondamentali della giustizia e della difesa, in particolare che sia in grado
di bloccare le interferenze operate sulle indagini e sui magistrati b)Chiediamo di poter parlare il prima possibile con un
magistrato per capire cosa sta succedendo e come dobbiamo comportarci c)Chiediamo si intervenga sui reati
dei quali siamo stati ingiustamente accusati, per invalidare il contenuto
delle nostre dichiarazioni, o a causa dello smarrimento e/o sottrazione dei
nostri esposti e/o denunce, significando che il nostro allontanamento forzato
dal Veneto ci ha procurato tutta una serie di accuse ingiuste. d) Chiediamo
ci venga restituita una dignità umana. Noi fin dal 2004 avevamo richiesto un
intervento della giustizia e i nostri esposti e denuncie erano stati scritti
per nostra autodifesa e tutela. Non volevamo colpire nessuno ma solamente
rifarci una vita lontano dagli obbrobri subiti, lontano da quei giri di amici
delle nostre famiglie che stabiliscono il bello e cattivo tempo. e)Di essere
avvertiti, in merito all’eventuale procedimento scaturito da questo documento
(iscrizione, archiviazione..). f) Che la
Procura di Perugia, pur per legge preposta a giudicare su Roma e magistrati
romani, sia dichiarata inidonea a valutare il nostro caso perché
evidentemente sottoposta ad interferenze esterne, che prevaricano sulla
corretta esecuzione dei procedimenti e delle indagini relative. Tali
interferenze dovrebbero essere evidenti dal decorso effettivo dei due
procedimenti, che erano stati iscritti presso tale Procura. Facciamo presente che per
eventuali comunicazioni siamo reperibili via Fax al n. 02 700432967 e
all’indirizzo email VVVVV3 per
quanto scritto nei vari documenti e denunce. Allegati: Alleghiamo su carta i seguenti
documenti: ·
Fotocopia nostri documenti
firmati ·
Articolo sulla nostra vicenda
comparso sul “Corriere dell’Umbria” Alleghiamo registrato sul CD altri
documenti. -Verbale dettagliato scritto dai carabinieri e documentazione
relativa: “allegati/Denuncia19dic06.pdf” (28 pagine) Altra documentazione tecnica ed allegati presenti nel CD
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