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61. Questura di Terni


 
Sommario
27 dicembre 2006

INTRODUZIONE ESPLICATIVA:

A Terni finalmente si muove qualcosa nel campo dei giornali e della TV a nostro favore.
Parallelamente vi è a Firenze il magistrato Rosario Minna  che riceve fascicolo con la denuncia contro la Procura di Perugia.


I primi contatti con la Questura di Terni avvengono ad inizio 2007 negli uffici della Questura parlando con alcuni ispettori ai quali si spiega la situazione che si sta delineando a Terni e  e si mostrano i fatti precedenti accaduti in altre città attraverso gli incartamenti in nostro possesso: in particolare il verbale dei carabinieri  di Città di Castello e il CD con i documenti di Perugia. Troviamo due linee comunicative: un ispettore delle Pantere, e una linea dell'anticrimine.
In questo periodo non viene prodotto nessun incartamento. Ci si manda solo dal giornalista. Ad inizio di Marzo esce l'articolo di giornale qui sotto riportato sul Corriere dell'Umbria in prima pagina sulla sezione di Terni



Noi di nostra iniziativa il 7 marzo 2007 spediamo alla Procura di Firenze, tramite raccomandata, una denuncia contro la Procura di Perugia dove alleghiamo anche copia dell'articolo di giornale

Il primo contatto formale avviene di conseguenza a quanto spedito a Firenze. A Firenze viene aperto un fascicolo dal PM Rosario Minna e lo stesso chiede notizie sul procedimento aperto a Perugia. Ne segue una notifica a Firenze e a noi che ci perviene  in maggio 2007 tramite l'ispettore Saulle (vedi foto). E dunque andiamo a parlare in Questura di Terni anche con questo ispettore che è curioso e sembra non conoscere la reale situazione. Incuriosito anche per il fatto che vi era stato in marzo un articolo di giornale su di noi e. Ma anche adirato perché nella notifica mancavano pagine ed allegati...

Ecco il fax di 2 pagine:



Con questo fax termina la prima fase di contatto con la Questura di Terni.


La seconda fase inizia in luglio, quando a Terni ricominciano altri fatti contro le nostre persone.
Di qui la necessita dunque, in luglio 2007 di "ricontattare" la Polizia di Stato per chiedere una mano.
Questi fax apriranno un'altra linea comunicativa con la Questura di Terni, differente dall'ispettore delle Pantere, differente dall'ispettore Saulle.... ma sempre all'interno della divisione anticrimine. Una linea tendenzialmente ostile .

Primo Fax inviato alla Questura di Terni il 24 Luglio 2007, in originale 3 pagine scritte

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Click sopra l'immagine per aprirla


Secondo Fax inviato alla Polizia il 27 Settembre 2007, in originale 3 pagine



Terzo  Fax inviato alla Polizia il 22 Ottobre 2007, in originale 1 pagina scritta.





Quarto Fax  22 Novembre 2007. In originale  2 pagine scritte e un allegato

In questo periodo produciamo i video denominati dell' "Unico".
Matteo è ricoverato all'ospedale, e gli stessi giorni qualcuno tenta di prendere sotto in auto Giovanna.


28 Dicembre 2007. Consegniamo alla Polizia di via Antiochia , una nuova lettera ed un dossier
Consegniamo una lettera di due pagine e un dossier su carta formato a4, direttamente alla "reception".
Ecco come presentiamo il dossier:

"...abbiamo raccolto la parte più importante della nostra vicenda, pubblicata  nel sito internet di  “autodifesa-Self-Defense “, in un dossier cartaceo (disponibile anche  come file in formato word, pdf o open office). .L’idea ci è venuta, dopo aver parlato, in data 14.11.07 con l’ispettore  della Questura,.. Così abbiamo pensato di riportare l’essenziale su un dossier cartaceo, più comodo, da poter consultare liberamente; in questa maniera si fissa una “fotografia” della nostra situazione alla data del 22.12.2007.
Riteniamo, per i vari fatti, sia necessario un dialogo per chiarire la situazione..."





Qui si trovano in formato pdf i primi cinque fax inviati alla Polizia di Stato fino al 28 Dicembre 2007.


18 Gennaio 2008. Nuovo fax inviato alla Polizia

In questo nuovo documento, totalmente indipendente dagli altri, segnaliamo alcune strane situazioni di bullismo e intimidazioni.
Il fax è di due pagine.
Qui si apre una nuova linea comunicativa in Questura: il commissario Carelli.








6/7 Febbraio  2008. La Squadra mobile ci invita a parlare con un commissario
In Questura il fax del 18 Gennaio 2008 è andato a finire alla squadra mobile, diversamente dagli altri che sono andati all'anticrimine. Questa volta il commissario ci convoca per sapere se intendiamo fare denuncia o querela dei fatti indicati nell'esposto del 18 Gennaio. Ormai siamo andati via da quella casa ove si erano verificati gli atti di bullismo, valutiamo dunque di lasciar perdere un'eventuale denuncia. Gli chiediamo: "perché per questo esposto ci avete chiamato e per gli altri precedenti no?". Ci rispose che gli altri non sono considerati importanti, stronzate insomma, e poi il commissario aveva trattato solo questo fax, ed ogni ispettore decide cosa fare. Gli raccontiamo a voce altre cose. Il commissario ci dice che probabilmente è un fatto casuale, non correlato con gli atti di bullismo e gli altri fatti veneti: - "chi volete che vi possa fare queste cose, cosa siete voi?". Scherza dicendo: -"Che segreti avete? Volete fare cascare il Governo-?" E noi gli rispondiamo in tono scherzoso:-"No, il Governo è già caduto". E' curioso e per metterci a nostro agio comincia a parlare della lega, il partito, forse per familirizzare con noi che siamo del Nord. Insomma parlando scopriamo che non sa tanto della nostra storia, e non ha certamente visto i nostri video-documentari che spiegano l'ambiente veneto dal quale proveniamo, che avevamo segnalato in alcuni fax. Notiamo che esiste un nostro fascicolo, all'interno vi sono tutti i fax che abbiamo inviato eccetto il dossier di 65 pagine, consegnato diversamente dagli altri, a mano in data 28 dicembre. Quello non c'e', al suo posto vi è solamente una stampa di circa 7 pagine della "testata" web di autodifesa e basta. Gli chiediamo come mai non è inserito con l'intero incartamento, ma non sa risponderci in maniera esaustiva: -"Probabilmente ha preso un altra strada" ci dice. Notiamo che è comunque curioso, anche innervosito, e si stava certamente chiedendo cosa vi era in quel documento di 65 pagine più 2 pagine di presentazione. Gli mostriamo pure il timbro della questura che ci è stato apposto sulla copia consegnata. 
Capiamo dal colloquio che il commissario ha informazioni sommarie sulla nostra storia. Si è certamente letto qualche fax, ma ha un'idea di fondo che gli proviene da qualche discorso dei suoi colleghi. E' convinto che i nostri problemi siano fittizi, è tipico per noi trovare queste persone anche all'interno delle forze dell'ordine.
Per fargli capire che la cosa è più seria gli mostriamo la dichiarazione del magistrato che "attestava" la scomparsa dei nostri esposti-denunce  in Procura, tanto per dargli un'idea che il problema di base è di ben altra natura. Letta la carta del magistrato anche questo ispettore inizia a confondersi e perde tutta la sua boria: non capisce più nulla, come se dicessimo che la luna è quadrata. E' una reazione abbastanza normale, nessuno vuole credere che possano accadere tali cose. Ed anche il commissario reagisce in questa maniera. Dopo un pò comincia a capire.  Si scoprono tante cose con un colloquio, anche che le chiacchiere di corridoio tante volte sono solamente leggende, quello che forse è più duro da capire è che forse tali chiacchiere non sono un semplice frutto dell'ignoranza, ma di un qualcosa di più grave.
Alla fine ci ha invitato a firmare una dichiarazione che non intendavamo procedere con la querela per i fatti descritti nell'esposto del 18 Gennaio. Abbiamo dovuto battagliare affinchè in quel documento non venisse scritto il nostro attuale domicilio. Insomma, anche i Carabinieri in altre occasioni, ci avevano detto, di non indicare il domicilio ma di comunicarlo, per questioni di sicurezza, verbalmente a solamente a uno di loro. Il  Commissario vuole scriverlo in questa carta, ma a noi  non piace. Lui non ci ha trovato quando ci ha cercato, alla fine aveva consegnato la  carta a degli stranieri e poi era arrivata a noi tramite alcuni giri di mani. Perchè scrivere il nostro domicilio? Alla fine lo convincemmo, che se serviva, eravamo rintracciabili lo stesso, e quando la Procura di Roma o di Perugia ha voluto comunicarci qualcosa lo ha fatto tramite fax. A quel punto il commissario sembra smarrito: la Procura ci ha scritto direttamente? Ma a lui risulta che non riescono a comunicare con noi....... Eppure i fax della Procura ce li ha in mano, scritti di proprio pugno dai magistrati...........
A questo punto ci chiediamo che fine ha fatto il documento del 28 dicembre '07, il dossier di 65 pagine più presentazione? Non siamo stati convocati per discuterne, mentre il nostro commissario era convinto che fosse "tutto lì".Perchè non era all'interno del fascicolo con tutti le altre comunicazioni? E perchè non ci hanno chiamato visto che non è stato archiviato come gli altri? A questo punto ce ne andiamo: ci sentiamo presi in giro, ma forse anche il commissario dovrebbe sentirsi preso in giro.

Come sempre i nostri problemi dobbiamo risolverli da soli. In un primo momento questi poliziotti sono convinti che siamo troppo fantasiosi o con manie di persecuzione,  quando invece prove alla mano capiscono che il problema è di natura diversa, non ne vogliono più sapere e dicono che non sono competenti. In queste condizioni, per quanto abbiamo visto, la legge italiana aiuta i pentiti, gli ex criminali, gli ex detenuti con programmi di protezione. Chi insomma ha avuto o continua ad avere un ruolo di potere (come pentito o ex pentito ad esempio). La gente comune, chi non fa parte di una speciale categoria o non vanta appoggi di nessun tipo,  è lasciata da sola. Insomma la maggioranza della popolazione italiana! 

Qui si trovano in formato pdf i primi cinque fax inviati alla Polizia di Stato fino al 28 Dicembre 2007. Queste comunicazioni sono state considerate "stronzate" da qualcuno, cose insomma per cui non valeva la pena contattarci e fissare un colloquio, ma queste sono state interferenze. Interferenze che non mancano mai, nei casi come il nostro.


15 Febbraio 2008.
Dopo che siamo arrivati a Terni, alla  fine del 2006, abbiamo ricevuto varie pressioni perchè lasciassimo anche questo posto. Accanto alle pressioni abbiamo notato una certa indifferenza nelle persone che ci potevano aiutare, nonostante la nostra storia fosse uscita sul giornale.  Insomma anche qui ci fu fatto terreno bruciato e sempre nella stessa maniera di Brescia e Assisi. Verso Luglio '2007 le cose peggiorarono e fu per tale motivo che iniziammo a inviare le comunicazioni alla Polizia che vi abbiamo riportato in questa pagine. In Novembre '07 le cose peggiorarono ulteriormente e ci furono degli atti di bullismo contro le nostre persone e minacce di morte, verbali e di altra natura. Non ci sentiamo più al sicuro da nessuna parte. Per un pò ci siamo rifugiati in un altro luogo, rimanendo anche nascosti. Questa specie di banda di stranieri, che ci ha preso di mira, l'abbiamo vista aggirarsi anche nel posto ove ora siamo, e ieri sera vi è anche stato un tentativo di intrusione attraverso una porta che dà sul giardino.
Abbiamo paura, perchè  abbiamo sentito che altre persone sono state minacciate di morte dallo stesso gruppo di stranieri e  sono scappate.
La Polizia non può darci aiuto più di tanto. Si può fare denuncia, ma questo non risolve la questione, mancano delle vere e proprie leggi in materia e le risorse sono poche. Per questi motivi speriamo di trovare alquanto prima qualcuno che ci aiuti ad uscire da questo posto e trovare un'altro luogo dove vivere. Crediamo che queste persone siano state inviate, nel nostro caso,  in qualche maniera da qualcuno.  Purtroppo l'Umbria ha tanti legami con le nostre terre e pure con altre aree del sud da dove vengono tanti problemi.
Tanto per citare un esempio: grosse operazioni antidroga sono state effettuate alcuni giorni fa dalla Polizia sull'asse Padova-Perugia e  dai Carabinieri sull'asse Perugia-Reggio Calabria. Il problema nostro è che vivendo all'interno di strutture di accoglienza siamo esposti a vedere comportamenti non leciti,  e le reti di droga  riportano in qualche maniera all'ambiente veneto e della sottostante Calabria.



17 Marzo 2008. La "fuga" da Terni


La situazione a Terni si complicò notevolmente. Oltre le minacce di morte, le intimidazioni, e la mancanza di leggi a nostra tutela, ci siamo trovati improvvisamente senza lavoro con la casa di accoglienza che ha chiuso i battenti per lavori di ristrutturazione straordinaria.
La Caritas ci diede qualche soldo tanto per dormire fuori due notti e per uscire dall'Umbria, visto che in Umbria non si era trovata nessuna soluzione alternativa. Se la Caritas non era riuscita a trovare una soluzione, figuriamoci noi!

Dobbiamo  segnalare, che  la Polizia di Terni, attraverso alcune persone valide,  ci ha veramente salvato la pelle e la ringraziamo vivamente, però ormai a Terni non tiravano buone arie.