A Terni finalmente si muove qualcosa nel campo dei giornali e della TV
a nostro favore.
Parallelamente vi è a Firenze il magistrato Rosario Minna che
riceve fascicolo con la denuncia contro la Procura di Perugia.
I primi contatti con la Questura di Terni avvengono ad inizio
2007 negli uffici della Questura parlando con alcuni ispettori ai quali
si spiega la situazione che si sta delineando a Terni e e si
mostrano i fatti precedenti accaduti in altre città attraverso gli
incartamenti in nostro possesso: in particolare il verbale dei
carabinieri di Città di Castello e il CD con i documenti di
Perugia. Troviamo due linee comunicative: un ispettore delle Pantere, e
una linea dell'anticrimine.
In questo periodo non viene prodotto nessun incartamento. Ci si manda
solo dal giornalista. Ad inizio di Marzo esce l'articolo di giornale
qui sotto riportato sul Corriere dell'Umbria in prima pagina sulla
sezione di Terni
Noi di nostra iniziativa il 7 marzo 2007 spediamo alla Procura
di Firenze, tramite raccomandata, una denuncia contro la Procura di
Perugia dove alleghiamo anche copia dell'articolo di giornale
Il primo contatto formale avviene di conseguenza a quanto spedito a
Firenze. A Firenze viene aperto un fascicolo dal PM Rosario Minna
e lo stesso chiede notizie sul procedimento aperto a Perugia. Ne segue
una notifica a Firenze e a noi che ci perviene in maggio 2007
tramite l'ispettore Saulle (vedi foto). E dunque andiamo a parlare in Questura di Terni
anche con questo ispettore che è curioso e sembra non conoscere la
reale situazione. Incuriosito anche per il fatto che vi era stato in
marzo un articolo di giornale su di noi e. Ma anche adirato perché nella notifica mancavano pagine ed
allegati...
Ecco il fax di 2 pagine:
Con questo fax termina la prima fase di contatto con la Questura di
Terni.
La seconda fase inizia in luglio, quando a Terni ricominciano altri
fatti contro le nostre persone. Di qui la necessita dunque,
in luglio 2007 di "ricontattare" la Polizia
di Stato per chiedere una mano.
Questi fax apriranno un'altra linea comunicativa con la Questura di
Terni, differente dall'ispettore delle Pantere, differente
dall'ispettore Saulle.... ma sempre all'interno della divisione
anticrimine. Una linea tendenzialmente ostile .
Primo Fax inviato alla Questura di Terni il
24 Luglio
2007,
in originale 3 pagine scritte
Click sopra l'immagine per aprirla
Secondo Fax inviato alla Polizia il 27
Settembre
2007, in originale 3 pagine
Terzo Fax inviato alla Polizia il 22
Ottobre
2007, in originale 1 pagina scritta.
Quarto
Fax 22 Novembre 2007. In originale 2 pagine scritte e un
allegato
In questo periodo
produciamo i video denominati dell' "Unico".
Matteo è ricoverato all'ospedale, e gli stessi giorni qualcuno tenta di
prendere sotto in auto Giovanna.
28 Dicembre 2007. Consegniamo alla Polizia
di via Antiochia
,
una nuova lettera ed un dossier
Consegniamo una lettera di due pagine e un dossier su carta formato a4,
direttamente
alla "reception".
Ecco come presentiamo il dossier:
"...abbiamo
raccolto
la parte più importante della nostra vicenda, pubblicata
nel
sito internet di “autodifesa-Self-Defense “, in un dossier
cartaceo
(disponibile anche come file in formato word, pdf o open office).
.L’idea
ci è venuta, dopo aver parlato, in data 14.11.07 con
l’ispettore
della Questura,.. Così abbiamo pensato di riportare l’essenziale
su un
dossier
cartaceo, più comodo, da poter consultare liberamente; in questa
maniera
si fissa una “fotografia” della nostra situazione alla data del
22.12.2007. Riteniamo, per i vari
fatti,
sia necessario un dialogo per chiarire la situazione..."
Qui si trovano in formato pdf i
primi cinque fax inviati alla Polizia di Stato fino al 28 Dicembre
2007.
18 Gennaio 2008. Nuovo fax inviato alla
Polizia
In questo nuovo documento, totalmente indipendente dagli altri,
segnaliamo alcune strane situazioni di bullismo e intimidazioni.
Il fax è di due pagine.
Qui si apre una nuova linea comunicativa in Questura: il commissario
Carelli.
6/7 Febbraio 2008. La Squadra mobile
ci
invita a parlare con un commissario
In Questura il fax del 18 Gennaio 2008 è andato a
finire alla squadra mobile, diversamente dagli altri che sono andati
all'anticrimine. Questa volta il commissario ci convoca per sapere se
intendiamo fare denuncia o querela dei fatti indicati nell'esposto del
18 Gennaio. Ormai siamo andati via da quella casa ove si erano
verificati gli atti di bullismo, valutiamo dunque di lasciar perdere
un'eventuale denuncia. Gli chiediamo: "perché per questo esposto
ci avete chiamato e per gli altri precedenti no?". Ci rispose che gli
altri non sono considerati importanti, stronzate insomma, e poi il
commissario aveva trattato solo questo fax, ed ogni ispettore decide
cosa fare. Gli
raccontiamo a voce altre cose. Il commissario ci dice che
probabilmente
è un fatto casuale, non correlato con gli atti di bullismo e gli
altri fatti veneti: - "chi volete che vi possa fare queste cose, cosa
siete voi?". Scherza dicendo: -"Che segreti avete? Volete fare cascare
il Governo-?" E noi
gli rispondiamo in tono scherzoso:-"No, il Governo è già
caduto". E' curioso e per metterci a nostro agio comincia a parlare
della lega, il partito, forse per familirizzare con noi che siamo del
Nord. Insomma
parlando scopriamo che non sa tanto della
nostra storia, e non ha certamente visto i nostri
video-documentari che spiegano l'ambiente veneto dal quale proveniamo,
che avevamo segnalato in alcuni fax. Notiamo che esiste un nostro
fascicolo,
all'interno vi sono tutti i fax che
abbiamo inviato eccetto il dossier di 65 pagine, consegnato
diversamente dagli altri, a mano in data 28
dicembre. Quello non c'e', al suo posto vi è
solamente una stampa di circa 7 pagine della "testata" web di
autodifesa e basta. Gli chiediamo come mai non è inserito con
l'intero incartamento, ma non sa risponderci in maniera esaustiva:
-"Probabilmente ha preso un altra strada" ci dice. Notiamo che è
comunque curioso, anche innervosito, e si stava certamente chiedendo
cosa vi era in quel
documento di 65 pagine più 2 pagine di presentazione. Gli
mostriamo pure il timbro
della questura che ci è stato apposto sulla copia
consegnata.
Capiamo dal colloquio che il commissario ha informazioni sommarie sulla
nostra storia. Si è certamente letto qualche fax, ma ha un'idea
di fondo che gli proviene da qualche
discorso dei suoi colleghi. E' convinto che i
nostri problemi siano
fittizi, è tipico per noi trovare queste persone anche
all'interno delle forze dell'ordine.
Per fargli capire che la cosa è più seria gli
mostriamo la dichiarazione del magistrato che "attestava" la scomparsa
dei nostri esposti-denunce in Procura, tanto per dargli un'idea
che il problema di base è di ben altra natura. Letta la carta
del magistrato anche questo ispettore inizia a confondersi e perde
tutta la sua boria: non capisce più nulla, come se dicessimo che
la luna è quadrata. E' una
reazione abbastanza normale, nessuno vuole credere che possano accadere
tali cose. Ed anche il commissario reagisce in questa maniera. Dopo un
pò comincia a capire. Si scoprono tante
cose con un colloquio, anche che le chiacchiere di corridoio tante
volte sono solamente leggende, quello che forse è
più duro da capire è che forse tali chiacchiere non sono
un
semplice frutto dell'ignoranza, ma di un qualcosa di più grave.
Alla fine ci ha invitato a firmare una dichiarazione che non
intendavamo procedere con la querela per i fatti descritti nell'esposto
del 18 Gennaio. Abbiamo dovuto battagliare affinchè in quel
documento non venisse scritto il nostro attuale domicilio. Insomma,
anche i Carabinieri in altre occasioni, ci avevano detto, di non
indicare il domicilio ma
di comunicarlo, per questioni di sicurezza, verbalmente a
solamente a uno di loro. Il Commissario vuole scriverlo in questa
carta, ma a noi non piace. Lui non ci ha trovato quando ci ha
cercato, alla fine aveva consegnato la carta a degli
stranieri e poi era arrivata a noi tramite alcuni giri di mani.
Perchè scrivere il nostro domicilio? Alla fine lo convincemmo,
che se serviva, eravamo rintracciabili lo stesso, e quando la Procura
di Roma o di Perugia ha voluto comunicarci qualcosa lo ha fatto tramite
fax. A quel punto il commissario sembra smarrito: la Procura ci ha
scritto direttamente? Ma a lui risulta che non riescono a comunicare
con noi....... Eppure i fax della Procura ce li ha in mano, scritti di
proprio pugno dai magistrati...........
A questo punto ci chiediamo che fine ha fatto il documento del 28
dicembre '07, il dossier di 65 pagine più presentazione? Non
siamo stati convocati per discuterne, mentre il
nostro commissario era convinto che fosse "tutto
lì".Perchè non
era all'interno del fascicolo con tutti le altre comunicazioni? E
perchè non ci hanno chiamato visto che non è stato
archiviato come gli altri? A questo punto ce ne andiamo: ci sentiamo
presi in giro, ma forse anche il commissario dovrebbe sentirsi preso in
giro.
Come sempre i nostri problemi dobbiamo risolverli da soli. In un primo
momento questi poliziotti sono convinti che siamo troppo fantasiosi o
con manie di persecuzione, quando invece prove alla mano
capiscono che il problema è di natura diversa, non ne vogliono
più sapere e dicono che non sono competenti. In queste
condizioni, per quanto abbiamo visto, la legge italiana aiuta i
pentiti, gli ex criminali, gli ex detenuti con programmi di protezione.
Chi insomma ha avuto o continua ad avere un ruolo di potere (come
pentito o ex pentito ad esempio). La gente comune, chi non fa parte di
una speciale categoria o non vanta appoggi di nessun tipo,
è lasciata da sola. Insomma la maggioranza della popolazione
italiana!
Qui si trovano in formato pdf i
primi cinque fax inviati alla Polizia di Stato fino al 28 Dicembre
2007. Queste comunicazioni sono state considerate "stronzate" da
qualcuno, cose
insomma per cui non valeva la pena contattarci e fissare un colloquio,
ma queste sono state interferenze. Interferenze che non mancano mai,
nei casi come il nostro.
15 Febbraio 2008. Dopo che siamo
arrivati a Terni, alla fine del 2006,
abbiamo ricevuto varie pressioni perchè lasciassimo anche questo
posto. Accanto alle pressioni abbiamo notato una certa indifferenza
nelle persone che ci potevano aiutare, nonostante la nostra storia
fosse uscita sul giornale. Insomma anche qui ci fu fatto terreno
bruciato e sempre nella stessa maniera di Brescia e Assisi. Verso
Luglio '2007 le cose peggiorarono e fu per tale motivo che iniziammo a
inviare le comunicazioni alla Polizia che vi abbiamo riportato in
questa pagine. In Novembre '07 le cose peggiorarono ulteriormente e ci
furono degli atti di bullismo contro le nostre persone e minacce di
morte, verbali e di altra natura. Non ci sentiamo più al sicuro
da nessuna parte. Per un pò ci siamo rifugiati in un altro
luogo, rimanendo anche nascosti. Questa specie di banda di stranieri,
che ci ha preso di mira, l'abbiamo vista aggirarsi anche nel posto ove
ora siamo, e ieri sera vi è anche stato un tentativo di
intrusione attraverso una porta che dà sul giardino. Abbiamo paura,
perchè abbiamo sentito che altre persone sono state
minacciate di morte dallo stesso gruppo di stranieri e sono
scappate. La Polizia non
può darci aiuto più di tanto. Si può fare
denuncia, ma questo non risolve la questione, mancano delle vere e
proprie leggi in materia e le risorse sono poche. Per questi motivi
speriamo di trovare alquanto prima qualcuno che ci aiuti ad uscire da
questo posto e trovare un'altro luogo dove vivere. Crediamo che queste
persone siano state inviate, nel nostro caso, in qualche maniera
da qualcuno. Purtroppo l'Umbria ha tanti legami con le nostre
terre e pure con altre aree del sud da dove vengono tanti problemi.
Tanto per citare un esempio: grosse operazioni antidroga sono state
effettuate alcuni giorni fa dalla Polizia sull'asse Padova-Perugia
e dai Carabinieri sull'asse Perugia-Reggio Calabria. Il problema
nostro è che vivendo all'interno di strutture di accoglienza
siamo esposti a vedere comportamenti non leciti, e le reti di
droga riportano in qualche maniera all'ambiente veneto e della
sottostante Calabria.
17 Marzo 2008. La "fuga" da Terni
La situazione a
Terni si complicò notevolmente. Oltre le minacce
di morte, le intimidazioni, e la mancanza di leggi a nostra tutela,
ci siamo trovati improvvisamente senza lavoro con la casa di
accoglienza che ha chiuso i battenti per lavori di ristrutturazione
straordinaria.
La Caritas ci diede qualche soldo tanto per dormire fuori due notti e
per uscire dall'Umbria, visto che in Umbria non si era trovata nessuna
soluzione alternativa. Se la Caritas non era riuscita a trovare una
soluzione, figuriamoci noi!
Dobbiamo segnalare,
che la Polizia di Terni, attraverso alcune persone valide,
ci ha veramente salvato la pelle e la
ringraziamo vivamente, però ormai a Terni non tiravano
buone arie.